Il silenzio dell'onda - Gianrico Carofiglio

Voto: 8



Di cosa parla?

Un giorno un giovane appuntato dei carabinieri entra nell'ufficio del maresciallo Roberto Marìas e lo trova con una pisola in bocca. Da quel momento il maresciallo viene sospeso e seguito da uno psicologo con due sedute settimanali.
Attraverso le sedute dallo psicologo scopriamo a poco a poco la storia di Marìas. Nato nel Sud della California da madre italiana e padre americano ma di origine messicane. Alla morte del padre, si trasferisce in Italia. Diventato adulto diventa carabiniere. Dopo essersi distinto nel primo incarico entra nell'investigativa. Aveva sventato una rapina. Marìas, dimostra, fin da subito di essere molto bravo a crearsi degli amici, a ottenere la fiducia dagli estranei. Dallo scovare i piccoli spacciatori inizia a entrare sempre più nelle maglie della criminalità fin tanto da arrivare alla grande occasione. Si ritroverà coinvolto da un medio criminale a trattare con grossi spacciatori colombiani. A quel punto la carriera prende il volo. E così girerà mezzo mondo come infiltrato a sventare i traffici di droga.
Marìas vive così una doppia vita. Poliziotto e narcos. I due ruoli si mescolano con un ritmo vorticoso al punto stesso che Marìas inizia a provare simpatia per quei boss che frequenta quotidianamente. Inizia a sentire più sua la vita criminale che quella del poliziotto. Fin tanto che arriva un punto di rottura, un punto di rottura talmente forte da portarlo al tentativo di suicidio.
In parallelo alla storia del maresciallo avvengono le vicende di Giacomo, un bambino piuttosto particolare innamorato della sua compagna di classe. La figura della bambina è avvolta nelò mistero. Strane assenze, un umore variabile. Sembra che sia coinvolta in uno strano giro.
Ad un certo punto le due strade si incroceranno e così l'adulto aiuterà il bambino e il bambino aiuterà l'adulto.



Commento

Lo stile di Carofiglio è unico. Ti attacca al libro. E' davvero difficile iniziare la lettura senza divorarne le pagine. I personaggi sono il perno centrale della narrazione. Personaggi molto umani. Sono loro che creano le situazioni e i dialoghi. Questa naturalezza è una caratteristica che trovi in pochi libri. La storia è interessante, magari non esageratamente originale, ma non credo fosse l'obiettivo principale dell'autore. Il soggetto del poliziotto infiltrato segue, infatti, i canoni classici delle storie sul genere. Io credo piuttosto che la storia sia semplicemente un mezzo che l'autore usa per raccontarci qualcos'altro. Per me è la storia di un punto zero da cui ripartire. La storia cioè, di un uomo di mezza età, che dopo una carriera militare di successo, si ritrova con un grosso vuoto e a gettare dalla finestra il passato per ripartire. Le storie e le vite delle persone sono piene di punti zero da cui le persone ripartono e reinventano la propria vita.
Molta sofferenza e molto coraggio. Ma non è nemmeno una storia  di introspezione psicologica. Più semplicemente è una storia e come tutte le storie degne di rispetto, ci trovi l'uomo con le sue diverse sfaccettature, col suo passato e col suo presente, con le sue paure e con la sua voglia di vita. Ci trovi, anche, un po' di te stesso in quell'essere umano, così umano e così eroe di tutti i giorni.

Ci faresti un film?

Può essere. Credo si adatti bene, ma i dialochi e i pensieri devono avere una grande importanza.


Citazione

I pensieri restano con noi solo se li tratteniamo.


Giudizio finale:

TRAMA: 7,5
STILE NARRATIVO: 9
SUSPENCE: 7
EFFETTO SORPRESA: 7,5
PERSONAGGI: 9
DIALOGHI: 8

Media: 8


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