Il Nero nel Bianco - Andrea Paolucci

Voto 8,5

Oggi ho il grande piacere di presentare un libro di un autore che mi piace molto leggere. Il libro è Il Nero nel Bianco a l'autore è Andrea Paolucci.
Bene incominciamo..






Riassunto:

Un mondo ovattato, lontano dalla realtà, dove qualsiasi capriccio è immediatamente soddisfatto, un mondo dove solo la cocaina sembra essere l'unica costante. Questo è il mondo di Ivan, giovane rampollo, figlio di uno degli uomini più potenti di Roma.
Ivan non lavora, vive in una bella palazzina in un bel quartiere di Roma. Con lui vivono a scrocco i suoi tre amici di sempre, anch'essi figli di papà.
Ivan non vuole mischiarsi con la massa, odia sporcarsi le mani, vive la sua esistenza con un totale distacco da tutto e un leggero senso di superiorità dalle normali vicende umane.
A sconvolgergli l'esistenza monotona e ovattata ci penserà la scomparsa di Dario. L'unico vero amico che abbia avuto. L'unico che non si comportasse con lui come un parassita.
Anni 70 Bianca e Piero sono due giovani che riflettono lo spirito spensierato di quegli anni. Il loro è amore a prima vista. Lei è una ragazza bellissima, figlia di una famiglia ricca ormai decaduta ed ha il vizio della polvere bianca. Lui è sveglio, ama la musica di Rino Gaetano e studia per diventare giornalista.
Dopo la loro prima notte concepiranno Dario. Nel mentre Piero diventa un grande giornalista d'inchiesta e scoprirà verità scomode sui palazzinari di Roma che lo porteranno alla scomparsa prematura.
La storia segue così due filoni, quello di Ivan alla ricerca dell'amico misteriosamente scomparso e quello di Piero e Bianca con le loro vicissitudini famigliari, sullo sfondo Roma con i suoi vizi, la cocaina con i suoi traffici e l'uomo con le sue speranze.

Commento:

Di Andrea Paolucci ho già letto e recensito Wuh! e mi era piaciuto molto. Tanto allora quanto ora mi piacciono le ambientazioni rivelando il lato oscuro di Roma. Le sue sono storie metropolitane, le storie che i ragazzi si raccontano perché parlano della loro realtà. I dialoghi sono spassosi e irriverenti.
Questa volta però Paolucci ha fatto secondo me un salto molto importante. Passare da una raccolta di racconti a un'unica storia è senz'altro una difficile sfida, uno scalino difficile da superare ma che secondo me lui è riuscito a fare. C'è in tutto e per tutto una maturazione nella sua scrittura.
La storia è decisamente ben strutturata. Subito ho pensato fosse un po' una scelta semplicistica quella di narrare la storia dedicando capitoli alterni ai due filoni. In realtà la scelta è stata perfetta perchè  il lettore si sente così abituato a cambiare ritmo e ambientazioni e l'autore è molto bravo a coinvilgere sempre più il lettore a ogni capitolo. E' bello trovarsi difronte a un capitolo e dire "vediamo un po' dove eravamo rimasti? chissà come procede ora?".
Quando un autore ottiene quest'effetto vuol dire che ha imparato a generare e maneggiare la giusta tensione. Questo è stato per me il primo segnale di evoluzione dell'autore.
Il secondo segnale l'ho trovato nella cura dei personaggi. Qui secondo me da il meglio di se. Ogni personaggio parla di sè. Dei suoi pensieri, delle sue paure, dei suoi sogni, dei suoi conflitti interiori. I suoi personaggi sono assolutamente quanto di più umano e compassionevole ci sia. Lo stesso Ivan, il proganista, che inizialmente lo vediamo con questo carattere distaccato, freddo, in grado di controllare ogni sua singola pulsione, quasi un super uomo è in realtà un pesonagigo travagliato. Lui da un lato è distaccato ma dall'altro vive ancora sulla sua pelle la perdita della madre, lui guarda con disprezzo le persone e i loro drammi ma ha bisogno di inalare come un'aspirapolvere quanta più cocaina possibile. Ha bisogno che i suoi tre amici giocattolo che gli scroccano la casa lo seguano nel suo stile di vita.
Ma la svolta della scomparsa dell'amico Dario è da un lato un dramma dall'altro è l'innesto per una crescita interiore,conoscerà una ragazza e si innamorerà e finalmente avrà un faccia a faccia con le sue emozioni. Emozioni che scopriamo non lo avranno mai lasciato bensì era lui che le reprimeva con l'abuso, abuso di sostanze chimiche ma anche di se stessi.
Anche il filone di Bianca e Piero vede i due amanti di fronte ai conflitti della coppia, al loro entusiasmo per essersi trovati che cozza con la realtà dei loro difetti e delle loro debolezze. Così vediamo Bianca che è totalmente "infognata"  di cocaina e Piero che dopo un primo breve utilizzo ne prende le distanze e si infervora conla compagna. Un Piero che aldilà della famiglia è totalmente immerso nella sua vocazione di giornalista e questo lo porterà a superarsi diventando un grande  saggista.
Come nel precedente lavoro, Paolucci è bravissimo quando racconta le reazioni dei protagonisti all'uso di droghe, ai loro deliri e alle loro reazioni.

Attenzione! Non intendo descrivervi il libro come un romanzo di psicanalisi, no anzi. Il romanzo ha una solida struttura nella storia, nel raccontare le vicende dei due filoni.  Le situazioni sono spesso strampalate perché quel mondo metropolitano è fatto di spacciatori, prostitute, boss della mala che inevitabilmente vedono i fatti passare da un precipizio all'altro. In questo Paolucci conferma la sua bravura narrativa.
In più però la cura dei personaggi è stata notevole. Ha dato a loro l'importante ruolo di arricchire la storia e farla crescere.

Stavo per iniziare quest'ultima frase dicendo "nel complesso.." ma nel complesso cosa? Nel comlesso un bel niente. Paolucci ha fatto davvero un bel romanzo e mi ha sorpreso. Ho avuto la netta impressione che ci sia stato un gran lavoro e una gran cura dietro alla struttura del romanzo, alle vicende, alla narrazione e alla cura dei personaggi. Nel complesso... ;)


Citazioni:

La cocaina è una droga per ricchi che appaga anche i poveri.


Giudizio finale:


TRAMA: 8,5
STILE NARRATIVO: 8,5
SUSPENCE: 8,5
EFFETTO SORPRESA: 7,5
PERSONAGGI: 9
DIALOGHI: 9

Media: 8,5



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WUH! - ANDREA PAOLUCCI                                               Intervista a Andrea Paolucci


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