Diario di una quarantena - Giovedì 23/04/2020

"Ciao, volevo ringraziarti per l'amicizia!" "Di cosa ti occupi nella vita?" "Ah sembra interessante!" "Senti ti piacerebbe guadagnare...". L'approccio è sempre lo stesso. Sono i network marketer. Sì, quelli delle catene di Sant'Antonio, degli schemi piramidali o dello schema Ponzi. Come da manuale, cercano di intortarti che la loro offerta potrebbe abbinarsi al tuo lavoro e che loro hanno trovato un business scalabile. La gallina dalle uova d'oro, insomma. Sì certo, e la gallina dalle uova d'oro l'hai trovata in pieno Covid-19? In questa quarantena sono almeno in tre che mi han contattato tramite social per tre business diversi. Una frequenza molto alta. Mai vista prima. Tutti che volevano rendermi ricco. Davvero?




Mi alzo alle sette e mezza. Che emozione. Strano vero? Nel periodo ante quarantena (A.Q.) mi emozionavo ad alzarmi alle nove e mezza. Era l'eccezione. Oggi, invece, l'eccezione è diventata alzarsi alle sette e mezza. Chissà com'è il mondo a quell'ora? Alzo le tapparelle e butto l'occhio fuori. L'aria è fresca e sembra un mondo ancora sonnecchiante. Attraverso la cucina e vado nel balcone sul retro. Vedo che sono appena arrivati i giardinieri. Mi salutano come se l'aver visto una forma di vita a quell'ora fosse cosa rara e preziosa. Faccio notare che la siepe sotto il balcone è cresciuta e praticamente mi entra negli occhi. Mi dicono: "tranquillo capo, oggi non ho macchina, ma prossima volta vengo e te la taglio". Vabbè. Ci ho provato. Mi preparo alla vestizione per il mondo fuori.  Oggi giorno di spesa.
Cambio sedia per appoggiare i vestiti. L'altra l'ho praticamente sciolta a suon di candeggina.
Tutto bene, Ho tempo. Mi son organizzato. Non ho dimenticato nulla.
Esco, scendo in garage, salgo in macchina e parto. Ho sempre amato muovermi da mattiniero. Non so, mi sembra di avere più tempo per me. Attraverso la città. E' tutta per me. Capatina dal panettiere. Anche se ho la mascherina riesco a sentire il profumo del pane appena sfornato. Dio, che buono che è quell'odore. Il bancone poi è uno spettacolo. Pieno di cose buone. Pizzette, focaccia, biscotti, sui pensili i cesti son colmi di tutte le forme di pane a disposizione dai maggiolini all'integrale, dalla baguette ai grissini, o meglio rubatà. Mi tufferei in mezzo a tutto quel ben di Dio. Ci farei il bagno come Zio Paperone coi soldi. Intanto i miei occhiali si annebbiano a causa del respiro e della mascherina. Faccio una fatica incredibile a vedere le monetine. Pago e vado.
Salgo in macchina, tolgo mascherina e guanti e parto per il centro commerciale. Qui la poesia della piccola panetteria non esiste e nemmeno la richiedo. Il supermercato è un luogo pratico. Entro ed esco. Voglio starci il meno possibile. Seguo la lista della spesa senza farmi distrarre dalle sirene dei prodotti in offerta. Faccio l'anello, arrivo alla cassa e pago.
Salgo nuovamente in macchina, tolgo nuovamente guanti e mascherina e riparto. Tappa verduriere. Oggi non trovo coda. Due parole col verduriere però le scambio volentieri. Prendo quello che mi serve ed esco.
Salgo ancora una volta in macchina, tolgo ancora una volta guanti e mascherina. Devo dire che inizio a rompermi le balle di tutte ste misure di sicurezza. Faccio una giro veloce dai miei genitori. Due saluti. Zero contatti fisici. Si ritorna a casa. Sono le dieci e mezza e ho ancora tempo per disinfettare tutto. Vestiti e prodotti acquistati. Il festival della candeggina.



Oggi c'è il sole. Non è caldissimo ma è perfetto per stare fuori sul balcone a leggere. Sono su Monocromatica del duo R.S. Blackswift. La storia mi fa scoprire un sacco di risvolti interessanti su Milano. Quasi che mi vien voglia, a fine quarantena, di andarci a fare un giro per vedere le vie e i luoghi descritti. Prendo lo smartphone, Spotify e metto una compilation anni 90. Nirvana, Pearl Jam, Red Hot Chili Peppers, Rage Against the Machine, Sound Garden e così via... Quando mai ricapiterà una generazione così ricca di musicisti? Guardo i vicini che portano a spasso il cane con aria quasi di superiorità come per dire "voi non sapete che musica ascolto io" , loro mi guardano come per dire "ma  a me che me frega". Arriva l'ora di cena. Rientro in casa. Leggo un paio di notizie. Oggi pare che sia il primo giorno, da inizio quarantena, in cui le persone che si sono ammalate sono meno di quelle guarite. Una buona notizia, ogni tanto. Ormai ci accontentiamo di poco. Si ragiona a piccoli passi. Mentre scorro le notizie, lo smartphone è invaso da pubblicità di negozi e ristoranti che effettuano consegne a domicilio. Nuovo stile di vita. Una notizia cattura la mia attenzione "Cresce l'erba a Piazza Navona". Capisco che è ora di lasciar perdere con ste stronzate e inizio a cucinare.



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