Diario di una quarantena - Sabato 25/04/2020

Bene, mi siedo sul balcone. Fa caldo data l'ora. Inizio a leggere. Mi faccio rapire dalle pagine e, appena finito il capitolo, mi giro per prendere la borraccia d'acqua. Nell'alzare lo sguardo, vedo una vespa vicino al mio mobiletto. E' a pochi centimetri da me. Rimango fermo e immobile. Speriamo che non mi noti, anche perchè lei si trova fra me e la porta finestra. Lei vola parallelamente e in senso verticale al mobile. Come un elicottero. Un paio di secondi e si infila sotto. Bene. L'ho scampata. Dopo un po', però, ne arriva una seconda. La situazione si fa critica.



E' sabato mi sveglio senza fretta. Faccio colazione e poi esco sul balcone. Devo recuperare i vestiti per il mondo esterno. Oggi vado in panetteria. Faccio per rientrare in casa e un bombus mi ronza accanto. Mi sposto istintivamente. Mi sporgo e vedo che l'aiuola sotto è un brulicare di api e bombus. Faccio per rientrare in casa e vedo il bombus volare a vuoto in direzione della trave sopra la porta finestra. Vola, ma non si sposta. Non capisco. Guardo meglio. E' rimasto incastrato nella tela di un ragno. Tempo cinque secondi e il ragno sbuca fuori. Sembra una scena di Quark. Il ragno si avvicina sempre più, con prudenza però. Il bombus continua a dimenarsi. Sembra che i suoi movimenti spaventino il ragno che intanto indietreggia di qualche centimetro. Uno spettacolo. Passa qualche centesimo di secondo e il ragno riparte all'attacco. Il bombus però è forte. Inizia a liberarsi. Mentre il ragno si avvicina ancora, il bombus riesce a fare un'ulteriore manovra e si divincola dalla morsa. Caspita mi spiace. Io e il ragno siamo soci. Io lo lascio stare e lui mi evita che gli insetti mi entrino in casa.

Recuperati i vestiti mi cambio ed esco a comprare il pane. Arrivo in piazza e la panetteria è chiusa. Già, da bravo stupido, ho dimenticato che le direttive regionali impediscono ai negozi alimentari di essere aperti il 25 aprile e il 1 maggio. Torno a casa. Per fortuna avevo fatto un po' di scorta per questi due giorni. Mi cambio velocemente. Mi metto un attimo al computer giusto per bruciare quei quaranta minuti che mi dividono dal pranzo.

Al pomeriggio faccio qualche lavoretto per casa, ma molto lentamente. Voglio godermi la giornata. Intorno alle quattro esco sul balcone. Prendo due sedie, una per il mio sedere l'altra per le mie gambe, mi distendo e inizio a leggere un libro. Fa piuttosto caldo e per evitare un'insolazione indosso un cappellino bianco comprato a Malta. Finisco il capitolo. Mi premio con un sorso d'acqua. Mentre prendo la borraccia alzo lo sguardo e vedo una vespa che svolazza a pochi centimetri da me. Vicino al mio mobiletto. Panico. Rimango fermo e immobile. Vorrei rientrare in casa ma non posso. Lei si trova fra me e la porta finestra. Continua a puntare il mobiletto. Va su e giù come un elicottero. Non nota la mia presenza. Un paio di secondi e si infila sotto il mobiletto. Mi è andata bene. Bevo l'acqua  e torno a leggere. Un paio di minuti e arriva una seconda vespa. Il copione è il medesimo. Vola davanti al mobiletto e a un certo punto, come se avesse recitato la parola d'ordine, si infila sotto il mobiletto e scompare. Sta un paio di secondi. I secondi diventano minuti. L'idea arriva spontanea. Sotto il mobile c'è un nido. No...




Ogni anno faccio la guerra contro le vespe. Due anni fa sul montante della tenda. L'anno scorso direttamente sulla tenda. Quest'anno non le avevo ancora viste. Ero tranquillo.
Inizio a muovere il mobiletto per fare uscire le vespe ma nulla.  Lo sposto giusto lo spazio necessario per farci passare la scopa. Creo un bel po' di scompiglio fin tanto che non esce una sberla di nido assieme a una vespa che spaventata se ne vola via. Il più grosso che abbia mai visto. Lo getto via. Ma non sono sicuro. Quel nascondiglio è davvero appetibile. Inclino il  mobile e ripasso la scopa. Ne cade un secondo. Più piccolo. La seconda vespa scappa via. Tenta una paio di volte di tornare ma la caccio. Rientro in casa e prendo la soluzione candeggina acqua. Ogni volta che la vespa si ravvicina gliela spruzzo addosso. La stordisce alquanto. Dopo un paio di secondi me la ritrovo moribonda sul pavimento del balcone. La schiaccio e l'allontano. Meno una.
ne arrivano altre. In effetti il vuoto fra il mobiletto e il pavimento è uno spazio perfetto per le vespe. Come fare? Dovrei prendere un cartone o altro....Vabbè svuoto il mobiletto e lo rivolto. I piedini si staccano. Ottimo, li tolgo. Lo rivolto nuovamente e lo appoggio sopra a un nylon. Le vespe ritorneranno a turno. Il solito copione. Volano. Cercano lo spazio, non lo trovano, se ne vanno via e poi ritornano. Il mio copione, invece, è quello di far finta di leggere. Così mi vedono tranquillo e innocuo. Come abbassano la guardia, mi ci butto sopra. Col giornale prima le tramortisco e con la ciabatta do il colpo di grazia. Sono in quattro in tutto.
Sono le sette di sera, soddisfatto per aver difeso il mio territorio rientro in casa, poso gli strumenti del lavoro, spruzzino e giornale e mi dedico al meritato pasto.
Oggi è il 25 aprile. Il social è pieno di foto del tricolore. C'è chi festeggia la liberazione d'talia e chi la liberazione dalle vespe. 



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