La lunga marcia - Stephen King (pseudonimo Richard Bachman)

 



Di cosa parla?

Presente alternativo. Negli Usa ogni anno si tiene la Lunga Marcia. L'evento televisivo dell'anno. Una competizione dove vengono sorteggiati 100 partecipanti. Tutti adolescenti. Unica regola: non scendere sotto i 6 Km/h. Pena, la morte. O meglio, non appena il concorrente rallenta il passo scatta l'ammonizione. Dopo 4 ammonizioni i militari che supervisionano la marcia sparano al concorrente. Vince l'ultimo che rimane in piedi.

Se all'inizio i ragazzi sono abbagliati da fama, gloria e denaro ben presto si accorgono che la realtà che vivono è un meccanismo perverso dove la posta in gioco è ben più alta dei loro sogni.


Commento:

A me piace molto camminare, ma dopo aver letto questo libro mi è salita l'ansia al solo pensiero di mettermi in marcia, tanto è il livello di coinvolgimento del libro. Sembra di essere lì, assieme al protagonista Ray Garraty. Leggere un libro su una marcia può essere noioso, ma in questo caso le abilità narrative dell'autore riescono a renderla avvincente. I dialoghi, la retrospettiva sui personaggi. Ci si trova proiettati in quella lenta ma inesorabile gara. Una gara dove i ragazzi non possono rallentare o fermarsi mai. Nè di notte per dormire, nè quando piove, nemmeno per i loro bisogni impellenti. Così dall'entusiasmo della partenza si arriva al dramma umano della fatica mentale e fisica. Miglio dopo miglio i partecipanti vedono i coetanei loro concorrenti morire come in una guerra. Alla fine il vincitore sarà un vero vincitore?

 

Citazioni:

Non voglio più vedere altro. È uno schifo, una cosa meschina. Si costruisce qualcosa... si punta su qualcosa... e poi non lo si vuole più . Non è brutto che le grandi verità siano tutte bugie?


Giudizio:


TRAMA: 7

STILE NARRATIVO: 8

SUSPENSE: 8

EFFETTO SORPRESA: 6

PERSONAGGI: 7

DIALOGHI: 8


Voto finale: 7

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