Diario di una quarantena - Sabato 28/03/2020
Mi sveglio tardi. Ho fatto le ore piccole per giocare a Risiko on-line. Svale, quel maledetto, mi ha trascinato in un baratro senza fine. A me che non piacciono le dipendenze mi ritrovo con la dipendenza da Risiko. Provo pure emozioni forti. Batto i pugni sul tavolo e impreco recitando versi religiosi in nešili se il dannato con i carro-armatini gialli mi prende l'Oceania. La parte infantile di me viene a galla se chiamata all'occorrenza. In ogni caso oggi è un altro giorno e io ho una sorpresa che mi aspetta.
Whatsapp ha un cerchio rosso con un numero in bianco. Apro, c'è una password. L'informatico mi spiega cosa devo fare. Il mistero si infittisce. L'ansia di sapere cosa c'è al di là del muro rende eccitante la situazione. Apro il portatile, schiaccio il tasto dell'accensione e poi...poi...passano alcuni secondi, troppi. Ieri ho creato un'icona a forma di schermo di PC. Clicco sopra. Immetto la password e...voilà per magia compare lo schermo del mio PC del lavoro. In effetti lo vedo dimagrito. I caratteri son stilizzati e non c'è il solito sfondo, ma i nomi delle cartelle, i programmi, i file...c'è tutto. Sono felice come un bambino quando rilascia involontariamente aria dal deretano. Alt, un attimo.
Ci avete mai fatto caso quanto e come ridono i bambini quando scorreggiano? E' un'esplosione di gioa proporzionale a quella intestinale. Non so cosa gli passi per la testa, ma credo che sia la sensazione di liberarsi di un peso a renderli felici. L'assenza rende felici non il possesso.
In ogni caso ritrovo le mie cose. Il mio orto che per due settimane ho trascurato. Vado nella posta elettronica. Potrei scoppiare come un palloncino a vedere la mole di mail ricevute e non lette. Inizio a fare pulizia. Ordine. Sono tentato di rispondere a qualche cliente ma è sabato. Per ora no. Facciamo Lunedì. La perdita di controllo sulle situazioni è una sensazione sgradevole. Riordinare la mia postazione di lavoro da casa mi fa riprendere il controllo. Ma forse, il controllo è su di me che dovrei averlo e non sulle situazioni. Quelle vanno e vengono, mentre chi rimane, alla fine ,sono io.
La giornata scorre veloce. Al pomeriggio lavoro ad un articolo di un altro mio blog. Quando hai un blog focalizzato su un settore di nicchia è molto difficile trovare argomenti. Specie se sei un regular. Uno che ogni settimana pubblica qualcosa. Oggi l'argomento l'avevo già in testa. Dovevo solo più studiarlo, trovare le fonti, statistiche e numeri. Tutto deve essere rigorosamente dimostrato. Scrivo. Le parole escono facilmente. Gli articoli con le statistiche e i grafici mi piacciono molto. Sono veloci e immediati.
Tutto questo mi fa ricordare un libro di Camilleri, La tripla vita di Michele Sparacino. Al suo interno c'è un'intervista a Camilleri. In quell'intervista ho capito perchè era un autore così prolifico. Disciplina e ancora disciplina. Tutti i grandi se la impongono, pure Djokovic. Camilleri al mattino si svegliava relativamente presto e si preparava come se dovesse uscire per andare al lavoro. In realtà andava nella stanza accanto dove era situato il suo ufficio. Si sedeva alla scrivania e lavorava. Pausa pranzo e subito al lavoro. Tutto era preciso. Ogni suo romanzo aveva 180 pagine suddivise in 18 capitoli da 10 pagine l'uno. Se risultava 1 pagina in più o 1 in meno, riscriveva tutto. Lui si definiva un geometra del romanzo perchè faceva una sorta di pianta della storia. Senza quello schema lui non scriveva. Mi ha molto affascinato il suo potere di incanalare la creatività. Lui non era vittima della sua creatività, la padroneggiava. Questa è la disciplina. Quell'intervista ha avuto su di me un potere magnetico.
Ma bando alle ciance, torniamo a noi. Cosa faccio son le 23,15. Gioco a Risiko? E la disciplina?
Whatsapp ha un cerchio rosso con un numero in bianco. Apro, c'è una password. L'informatico mi spiega cosa devo fare. Il mistero si infittisce. L'ansia di sapere cosa c'è al di là del muro rende eccitante la situazione. Apro il portatile, schiaccio il tasto dell'accensione e poi...poi...passano alcuni secondi, troppi. Ieri ho creato un'icona a forma di schermo di PC. Clicco sopra. Immetto la password e...voilà per magia compare lo schermo del mio PC del lavoro. In effetti lo vedo dimagrito. I caratteri son stilizzati e non c'è il solito sfondo, ma i nomi delle cartelle, i programmi, i file...c'è tutto. Sono felice come un bambino quando rilascia involontariamente aria dal deretano. Alt, un attimo.
Ci avete mai fatto caso quanto e come ridono i bambini quando scorreggiano? E' un'esplosione di gioa proporzionale a quella intestinale. Non so cosa gli passi per la testa, ma credo che sia la sensazione di liberarsi di un peso a renderli felici. L'assenza rende felici non il possesso.
In ogni caso ritrovo le mie cose. Il mio orto che per due settimane ho trascurato. Vado nella posta elettronica. Potrei scoppiare come un palloncino a vedere la mole di mail ricevute e non lette. Inizio a fare pulizia. Ordine. Sono tentato di rispondere a qualche cliente ma è sabato. Per ora no. Facciamo Lunedì. La perdita di controllo sulle situazioni è una sensazione sgradevole. Riordinare la mia postazione di lavoro da casa mi fa riprendere il controllo. Ma forse, il controllo è su di me che dovrei averlo e non sulle situazioni. Quelle vanno e vengono, mentre chi rimane, alla fine ,sono io.
La giornata scorre veloce. Al pomeriggio lavoro ad un articolo di un altro mio blog. Quando hai un blog focalizzato su un settore di nicchia è molto difficile trovare argomenti. Specie se sei un regular. Uno che ogni settimana pubblica qualcosa. Oggi l'argomento l'avevo già in testa. Dovevo solo più studiarlo, trovare le fonti, statistiche e numeri. Tutto deve essere rigorosamente dimostrato. Scrivo. Le parole escono facilmente. Gli articoli con le statistiche e i grafici mi piacciono molto. Sono veloci e immediati.
Tutto questo mi fa ricordare un libro di Camilleri, La tripla vita di Michele Sparacino. Al suo interno c'è un'intervista a Camilleri. In quell'intervista ho capito perchè era un autore così prolifico. Disciplina e ancora disciplina. Tutti i grandi se la impongono, pure Djokovic. Camilleri al mattino si svegliava relativamente presto e si preparava come se dovesse uscire per andare al lavoro. In realtà andava nella stanza accanto dove era situato il suo ufficio. Si sedeva alla scrivania e lavorava. Pausa pranzo e subito al lavoro. Tutto era preciso. Ogni suo romanzo aveva 180 pagine suddivise in 18 capitoli da 10 pagine l'uno. Se risultava 1 pagina in più o 1 in meno, riscriveva tutto. Lui si definiva un geometra del romanzo perchè faceva una sorta di pianta della storia. Senza quello schema lui non scriveva. Mi ha molto affascinato il suo potere di incanalare la creatività. Lui non era vittima della sua creatività, la padroneggiava. Questa è la disciplina. Quell'intervista ha avuto su di me un potere magnetico.
Ma bando alle ciance, torniamo a noi. Cosa faccio son le 23,15. Gioco a Risiko? E la disciplina?
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