Diario di una quarantena - Domenica 12/04/2020
Buona Pasqua a tutti!!!! Oggi ci si scambia gli auguri. E' la tradizione. Auguri di qua, auguri di là. Nel mondo dei social e tutto un turbinio di pranzi, sole, vino, agnello. La parola d'ordine oggi è: "Restate a casa, ma con abbondanza". Questo clima però mette allegria. E' bello vedere sulla rete la gente sorridente.
Anche per me la giornata è andata così. O meglio, al mattino avevo un'altra intenzione. Fare un pranzo leggero e veloce. Come al solito. Procedo con le mie faccende. A metà mattinata inizio a studiare un po' di inglese sull'app dello smartphone. Dopo una mezz'oretta vengo,però, interrotto. Verso le 11,30 o 40 arriva una viedeochiamata via Whatsapp . Siamo in quattro. Il Capo, Holly, io e Fra e family che ci mostrano il famoso mezzogiorno di colazione. La quarantena sfasa i tempi, la Pasqua ancor di più. Vedo qualcuno cucinare e qualcuno mangiucchiare spuntini. Così, senza aver terminato la lezione di inglese mi faccio risucchiare dal loop della cucina anch'io. Mi faccio suggerire la ricetta per un risotto con la zucca e mi metto ai fornelli. Intanto la video chiamata continua. Mi metto a tavola e per seguire il clima di festa stappo una bottiglia di vino. La prima in un mese. Ci salutiamo con un brindisi virtuale e ci ripromettiamo di risentirci dopo pranzo.
Mangio, guardo la serie tv Freud che mi ha preso parecchio e mi sale l'abbiocco tipico dei pranzi pasquali. Spreparo il tavolo e metto i piatti nella lavastoviglie. Oggi zero fatiche.
Riflesso incondizionato. Guardo lo smartphone. Messaggio Whatsapp. Link a Zoom. Parte una mega video chat della cricca del bar. Ci son tutti. Un delirio. Ci si parla uno sopra l'altro. Alla fine, sovente faccio cenno di sì con la testa per non interrompere la discussione.
Guardo fuori. C'è un bel sole. Il prato dietro casa è libero. Zero cani coi padroni e forse zero slalom fra i loro ricordini. Non capisco se l'allergia si fa sentire di già oppure no. Sfido la sorte. Annuncio la mia uscita di casa alzando il dito al cielo. Intanto il brusio del mercato del pesce che si è creato su Zoom prosegue. Mi cambio per il mondo esterno ed esco. Mi sento come in Truman Show. Esco dalla mia bolla. Mi inoltro nel campo dietro casa. Arrivo vicino al ciliegio selvatico che ho sempre e solo visto dalla finestra. Intanto si aggiungono altri amici alla video chat. Ho un nuovo sfondo alla spalle e la cosa incuriosisce. Risate sottofondo. Saluti di amici.
Mi dirigo nel campo da calcio adiacente al prato. Appoggio il telefono su una panchina e simulo un'azione di calcio vicino alla porta. Qualcuno dal balcone mi vede e si preoccupa per la mia salute mentale o forse per la sua incolumità. In effetti non si dorme tranquilli sapendo di avere un vicino schizofrenico. Me ne frego e continuo a fare lo stupido. Mi viene naturale. Intanto la video chat aumenta e ci intrecciamo con altre videochat. Putiferio.
Il sole scalda, all'ombra si sta bene. Qualche petalo di ciliegio svolazza qua e là. Sono in piena natura e in piena fioritura e non ho starnutito. I fatti dissipano i miei dubbi. Guardo casa mia e penso che dopo questa fuga è giunto il momento di rientrare.
Continuo a stare per un po' collegato con gli amici. Poi li saluto. Leggo un po' e guardo la tv in streaming. Arriva la sera. Sento ancora qualche schiamazzo che arriva da fuori. Preparo la cena.
Mi metto al computer. Continuo la mia ricerca per il rinfrescatore. Raccolgo una marea di informazioni. Come in Johnny Mnemonic carico il mio cervello di nuove informazioni. Utili per l'acquisto, inutili per il proseguo della mia vita. Internet ha rovesciato il paradigma dell'asimmetria informativa. Oggi un consumatore arriva all'acquisto preparatissimo, quasi più del venditore. Vent'anni fa sarebbe stato impensabile. Credo di aver trovato il prodotto. Domani, forse, procedo all'acquisto.
Arriva la sera. Inizio a scrivere. Ho ancora il buon'umore da oggi pomeriggio. La stessa sensazione di quando faccio le scampagnate con gli amici. Di quando arrivi alla sera che sei stanco perchè non hai fatto nulla ma hai solo mangiato. Ma sei comunque felice e puoi andare dormire sereno. Anche se non ero fisicamente con i miei amici è stato come esserlo. Domani è pasquetta, se le premesse son quelle di oggi, tremo a immaginare per come la finirò.
Anche per me la giornata è andata così. O meglio, al mattino avevo un'altra intenzione. Fare un pranzo leggero e veloce. Come al solito. Procedo con le mie faccende. A metà mattinata inizio a studiare un po' di inglese sull'app dello smartphone. Dopo una mezz'oretta vengo,però, interrotto. Verso le 11,30 o 40 arriva una viedeochiamata via Whatsapp . Siamo in quattro. Il Capo, Holly, io e Fra e family che ci mostrano il famoso mezzogiorno di colazione. La quarantena sfasa i tempi, la Pasqua ancor di più. Vedo qualcuno cucinare e qualcuno mangiucchiare spuntini. Così, senza aver terminato la lezione di inglese mi faccio risucchiare dal loop della cucina anch'io. Mi faccio suggerire la ricetta per un risotto con la zucca e mi metto ai fornelli. Intanto la video chiamata continua. Mi metto a tavola e per seguire il clima di festa stappo una bottiglia di vino. La prima in un mese. Ci salutiamo con un brindisi virtuale e ci ripromettiamo di risentirci dopo pranzo.
Mangio, guardo la serie tv Freud che mi ha preso parecchio e mi sale l'abbiocco tipico dei pranzi pasquali. Spreparo il tavolo e metto i piatti nella lavastoviglie. Oggi zero fatiche.
Riflesso incondizionato. Guardo lo smartphone. Messaggio Whatsapp. Link a Zoom. Parte una mega video chat della cricca del bar. Ci son tutti. Un delirio. Ci si parla uno sopra l'altro. Alla fine, sovente faccio cenno di sì con la testa per non interrompere la discussione.
Guardo fuori. C'è un bel sole. Il prato dietro casa è libero. Zero cani coi padroni e forse zero slalom fra i loro ricordini. Non capisco se l'allergia si fa sentire di già oppure no. Sfido la sorte. Annuncio la mia uscita di casa alzando il dito al cielo. Intanto il brusio del mercato del pesce che si è creato su Zoom prosegue. Mi cambio per il mondo esterno ed esco. Mi sento come in Truman Show. Esco dalla mia bolla. Mi inoltro nel campo dietro casa. Arrivo vicino al ciliegio selvatico che ho sempre e solo visto dalla finestra. Intanto si aggiungono altri amici alla video chat. Ho un nuovo sfondo alla spalle e la cosa incuriosisce. Risate sottofondo. Saluti di amici.
Mi dirigo nel campo da calcio adiacente al prato. Appoggio il telefono su una panchina e simulo un'azione di calcio vicino alla porta. Qualcuno dal balcone mi vede e si preoccupa per la mia salute mentale o forse per la sua incolumità. In effetti non si dorme tranquilli sapendo di avere un vicino schizofrenico. Me ne frego e continuo a fare lo stupido. Mi viene naturale. Intanto la video chat aumenta e ci intrecciamo con altre videochat. Putiferio.
Il sole scalda, all'ombra si sta bene. Qualche petalo di ciliegio svolazza qua e là. Sono in piena natura e in piena fioritura e non ho starnutito. I fatti dissipano i miei dubbi. Guardo casa mia e penso che dopo questa fuga è giunto il momento di rientrare.
Continuo a stare per un po' collegato con gli amici. Poi li saluto. Leggo un po' e guardo la tv in streaming. Arriva la sera. Sento ancora qualche schiamazzo che arriva da fuori. Preparo la cena.
Mi metto al computer. Continuo la mia ricerca per il rinfrescatore. Raccolgo una marea di informazioni. Come in Johnny Mnemonic carico il mio cervello di nuove informazioni. Utili per l'acquisto, inutili per il proseguo della mia vita. Internet ha rovesciato il paradigma dell'asimmetria informativa. Oggi un consumatore arriva all'acquisto preparatissimo, quasi più del venditore. Vent'anni fa sarebbe stato impensabile. Credo di aver trovato il prodotto. Domani, forse, procedo all'acquisto.
Arriva la sera. Inizio a scrivere. Ho ancora il buon'umore da oggi pomeriggio. La stessa sensazione di quando faccio le scampagnate con gli amici. Di quando arrivi alla sera che sei stanco perchè non hai fatto nulla ma hai solo mangiato. Ma sei comunque felice e puoi andare dormire sereno. Anche se non ero fisicamente con i miei amici è stato come esserlo. Domani è pasquetta, se le premesse son quelle di oggi, tremo a immaginare per come la finirò.
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