Diario di una quarantena - Lunedì 13/04/2020
Va bene ok, oggi è pasquetta. E allora? Mica ci sarà l'obbligo di fare le costine alla brace o le alette di pollo. E' un giorno come un altro. Siiì. Come no. Dal momento in cui mi sono svegliato, ogni cosa che ho toccato mi ha mandato un segnale preciso: cucinare! Accendo lo smartphone e, tanto da Whatsapp quanto da Facebook, assisto a una carrellata di barbecue, carne da cuocere e diavolina. Getto il telefono alle spalle per dimenticare. Vado sul balcone, lato cucina ehhh. Un'odore sublime. Carne alla brace. Qualcuno sta facendo le prove e il mondo mi rema contro. Ma c'è un altro motivo per cui oggi a pranzo dovrò cucinare come si deve. Non il solito pranzo veloce. Oggi non è solo pasquetta. E' un giorno speciale.
Per quanto uno lo cerchi di schivare, quel giorno arriva. Soprattutto dopo i quaranta. Ebbene sì. Oggi è il mio compleanno. Riprendo il telefono e sono bombardato da notifiche. Auguri su Facebook, Linkedin, mail da aziende che con la scusa degli auguri mi offrono sconti promozionali e Whatsapp. Ma è inutile che faccia il cinico, in fin dei conti mi fa piacere.Sono in quarantena e ho tempo per rispondere a tutti. Tranne alle aziende che mi vogliono rifilare strane promozioni.
Ricevo una prima video chiamata dai miei genitori a cui segue una videochat con gli amici e un bel giro di cinque virtuale. Intanto cucino. Oggi pasto completo: primo, secondo, contorno, dolce e frutta. Il tutto accompagnato da vino rosso. Alle due sono stivalato sul divano. Finisco di guardare la serie tv su Freud. Mi alzo dal divano repentinamente e lo sbalzo di pressione mi da un leggero giramento. Volevo fare qualche lavoro, ma adesso ho l'alibi per tornare sul divano. Finisco di leggere "Il Centenario che saltò dalla finestra" di Jonas Jonasson. So già che da domani il mio stile di scrittura cambierà. Mi faccio influenzare facilmente dai libri che leggo. Mentre leggo, ascolto la radio. Radio deejay, Tropical Pizza. Scrivo via Whatsapp al deejay Nikki che oggi è il mio compleanno e che per me, dato il periodo, sarà diverso, sarà un quaranteanno. Nikki sembra aver gradito il gioco di parole e così in diretta nazionale mi fa gli auguri e decanta le lodi del bunet, un dolce tipico delle mie parti. Dopo cena andrò a caccia del podcast.
Intanto continuano a piovere notifiche. Guardo la chat dei vecchi compagni delle superiori e vedo, come direbbe una mia ex collega, una pandemia di auguri. Non angurie, che non avrebbe senso. Auguri, proprio. Tra i vari messaggi arriva pure una foto di una gita a Barcellona. Quando avevo i capelli e non soffrivo di cervicale. Il clima è quello giusto. Decidiamo di trovarci in video chat. Siamo in molti e tutti presi bene. Credo che gli informatici di Zoom non si siano mai sentiti in difficoltà come oggi. Canti di auguri e risate. Ci si aggiorna su come sono andati i giorni di quarantena. Si chiacchiera e si scherza. E' come è sempre stato. Più di vent'anni fa eravamo già così. Simili,diversi e affiatati. Quello spirito è rimasto. Ancora oggi ci troviamo per fare serata. Non sembra che sia passato nemmeno un giorno dall'ultimo giorno di scuola. Dopo così tanti anni è cosa rara e preziosa e anche se non lo diciamo, lo abbiamo capito tutti. Anche in quarantena funziona alla medesima maniera. Nel mondo della distanza e del virtuale, c'è la stessa identica voglia di incontrarsi e passare del tempo assieme. Siamo alla fine ci si saluta. Rimane quella sensazione di aver trovato e costruito qualcosa di speciale. Mi alzo per andare in cucina e anche il mio piede ha incontrato qualcosa di speciale. Lo spigolo della porta. Una scossa elettrica attraversa il mio corpo sino a giungere alle mie corde vocali per liberarsi in una sonora e potentissima....No, non ho bestemmiato. Ho morsicato un fazzoletto di carta per trattenermi. Oggi è pasquetta, non solo il mio compleanno.
Per quanto uno lo cerchi di schivare, quel giorno arriva. Soprattutto dopo i quaranta. Ebbene sì. Oggi è il mio compleanno. Riprendo il telefono e sono bombardato da notifiche. Auguri su Facebook, Linkedin, mail da aziende che con la scusa degli auguri mi offrono sconti promozionali e Whatsapp. Ma è inutile che faccia il cinico, in fin dei conti mi fa piacere.Sono in quarantena e ho tempo per rispondere a tutti. Tranne alle aziende che mi vogliono rifilare strane promozioni.
Ricevo una prima video chiamata dai miei genitori a cui segue una videochat con gli amici e un bel giro di cinque virtuale. Intanto cucino. Oggi pasto completo: primo, secondo, contorno, dolce e frutta. Il tutto accompagnato da vino rosso. Alle due sono stivalato sul divano. Finisco di guardare la serie tv su Freud. Mi alzo dal divano repentinamente e lo sbalzo di pressione mi da un leggero giramento. Volevo fare qualche lavoro, ma adesso ho l'alibi per tornare sul divano. Finisco di leggere "Il Centenario che saltò dalla finestra" di Jonas Jonasson. So già che da domani il mio stile di scrittura cambierà. Mi faccio influenzare facilmente dai libri che leggo. Mentre leggo, ascolto la radio. Radio deejay, Tropical Pizza. Scrivo via Whatsapp al deejay Nikki che oggi è il mio compleanno e che per me, dato il periodo, sarà diverso, sarà un quaranteanno. Nikki sembra aver gradito il gioco di parole e così in diretta nazionale mi fa gli auguri e decanta le lodi del bunet, un dolce tipico delle mie parti. Dopo cena andrò a caccia del podcast.
Intanto continuano a piovere notifiche. Guardo la chat dei vecchi compagni delle superiori e vedo, come direbbe una mia ex collega, una pandemia di auguri. Non angurie, che non avrebbe senso. Auguri, proprio. Tra i vari messaggi arriva pure una foto di una gita a Barcellona. Quando avevo i capelli e non soffrivo di cervicale. Il clima è quello giusto. Decidiamo di trovarci in video chat. Siamo in molti e tutti presi bene. Credo che gli informatici di Zoom non si siano mai sentiti in difficoltà come oggi. Canti di auguri e risate. Ci si aggiorna su come sono andati i giorni di quarantena. Si chiacchiera e si scherza. E' come è sempre stato. Più di vent'anni fa eravamo già così. Simili,diversi e affiatati. Quello spirito è rimasto. Ancora oggi ci troviamo per fare serata. Non sembra che sia passato nemmeno un giorno dall'ultimo giorno di scuola. Dopo così tanti anni è cosa rara e preziosa e anche se non lo diciamo, lo abbiamo capito tutti. Anche in quarantena funziona alla medesima maniera. Nel mondo della distanza e del virtuale, c'è la stessa identica voglia di incontrarsi e passare del tempo assieme. Siamo alla fine ci si saluta. Rimane quella sensazione di aver trovato e costruito qualcosa di speciale. Mi alzo per andare in cucina e anche il mio piede ha incontrato qualcosa di speciale. Lo spigolo della porta. Una scossa elettrica attraversa il mio corpo sino a giungere alle mie corde vocali per liberarsi in una sonora e potentissima....No, non ho bestemmiato. Ho morsicato un fazzoletto di carta per trattenermi. Oggi è pasquetta, non solo il mio compleanno.
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