Diario di una quarantena - Mercoledì 29/04/2020

Ieri notte son stato un po' troppo al computer e la luce dello schermo mi ha regalato uno splendido e tremendo sonno nervoso. O meglio son svenuto piuttosto velocemente. Dopo cinque ore, però, ero già sveglio. E' una costante. Se vado a dormire subito dopo aver staccato gli occhi dal computer dormo male. Ancor peggio col telefonico. Pare siano le luci blu degli schermi. Mentre scendo dal letto sento uno strano fastidio sul labbro interno. 



Uhm.. brutto presagio. E' un fastidio che già conosco. Vado in bagno. Mi avvicino allo specchio. Apro la bocca. Tiro leggermente giù il labbro. Accendo la luce dello specchio per vederci meglio. Eccolo lì. Un puntino tra il bianco e il rosa chiaro circondato da un piccolo alone sul rossastro. E' il puntino maledetto. E' l'afta. L'afta in quarantena è davvero una scocciatura. Anche senza quarantena lo è, specie se mangio pomodori o aranci. Di solito prendo l'afta per tre motivi: cibo, stress e stanchezza. A dire il vero potrebbero ricadere sotto l'enorme ombrello che la parola stress rappresenta. Quando mangio troppo o male o qualcosa che faccio fatica a digerire il mio apparato digestivo va in stress. Quando sono agitato, nervoso o in ansia il mio stato emotivo e il mio sistema nervoso vanno in stress. Quando esagero con l'attività fisica o magari non ho un sonno regolare il mio corpo va in stress. Quello stress si manifesta in diversi modi, il più frequente è l'afta. Non faccio fatica fisica e praticamente non lavoro, per cui potrebbe essere il cibo. In effetti è da tre settimane che bevo latte. Essendo intollerante ai latticini, ho preso quello senza lattosio, eppure non basta. Ha i suoi effetti sullo stomaco.  Così prendo subito le mie precauzioni. Collutorio all'aloe. Dopo averle provate tutte è il rimedio che con me funziona meglio.  Di norma l'afta dura una settimana, ma a volte, se son fortunato e lo individuo subito all'inizio mi dura anche solo due giorni. Faccio colazione, sistemi i panni fuori, faccio areare la stanza e poi mi medico. E sì perchè questi collutori formano un patina che non devi toccare con cibo e bevande per almeno un'ora.
L'idea di riprendere a lavorare con l'afta non è il massimo per me.Insomma meno fastidi mi porto dietro meglio è.



Ecco parliamo di lavoro. Facilmente riprendo Lunedì prossimo. Devo dire che le difficoltà che incontrerò e che devo gestire si possono dividere in due gruppi. Un gruppo è rappresentato dal nuovo mondo che andrò a incontrare. L'altro gruppo rappresenta la fine delle abitudini da quarantena.
Nel primo caso troverò infatti un mondo diverso da come l'ho lasciato. Le scrivanie dell'ufficio saranno recintate dal plexiglass. Le persone esterne all'azienda dovranno avere un'autocertificazione. Io avrò guanti e mascherina. Il rapporto umano sarà ridotto al minimo indispensabile. Anche il rientro a casa dovrà essere fatto con cautela ma non potrà essere lento e laborioso come faccio adesso.
Insomma dovrò prendere le misure a questo nuovo modo di vivere la quotidianità. La quarantena è decisamente più semplice.
la fine delle abitudini da quarantena avrà il suo trauma. Non avere orari rigidi, stare chiuso al sicuro in casa, uscire solo quando serve e con i miei tempi, i webinar, i libri, i pomeriggi sul balcone. Mi mancheranno. Ma sopratutto mi mancherà il ritmo che lento avevo preso. Pur essendo uno stile di vita che molti odiano, io invece l'ho adottato rapidamente e l'ho fatto mio. Sarà un cambiamento che patirò.
Vuoi forse mica che l'afta è sintomo che anticipa il futuro stress?


 

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