Diario di una quarantena - Sabato 04/04/2020
Ieri parlavo del Venerdì e del scivolare nel week-end. Sarà la freschezza del pensiero, ma questo sabato l'ho dedicato al dolce far niente. Zero interferenze, zero pensieri. La mia risposta a eventuali lavori da fare era L.F.,"lascia fottere". Devo pulire i soprammobili? L.F. Devo scrivere un articolo per il blog? L.F. Inglese? L.F. Chiamare il mio prof. di inglese? L.F. Corsi on line di Google? L.F. Addirittura nel contesto del dolce far niente si è inserita, dopo pranzo, la lavastoviglie. Zero compiti.
Bhè, se devo essere sincero, una piccola parentesi c'è stata. Dovevo andare in farmacia. Ultimamente è diventata un "barmacia". Son sempre lì . Non ho bisogno di far chiacchiere, però nemmeno posso gestire le medicine come il cibo. Non posso, cioè, entrarci una volta sola per fare la scorta.Spero sempre di non aver troppo bisogno di medicine.
Bhè, se devo essere sincero, una piccola parentesi c'è stata. Dovevo andare in farmacia. Ultimamente è diventata un "barmacia". Son sempre lì . Non ho bisogno di far chiacchiere, però nemmeno posso gestire le medicine come il cibo. Non posso, cioè, entrarci una volta sola per fare la scorta.Spero sempre di non aver troppo bisogno di medicine.
Non amo molto uscire dal mio nido per andare nel mondo esterno, ma oggi son stato bravo. Vestizione per il mondo esterno, farmacia, panetteria, rientro, svestizione e disinfezione. Un'ora e due minuti. Alboreto is nothing.
Tornando a noi, un sabato targato L.F.. Che in fin dei conti è una pausa da me stesso. Questa settimana mi son fatto prendere da una serie di impegni e lavori da fare. Oggi ho ripromesso a me stesso che non avrei fatto nulla. Al pomeriggio, verso le quattro o le cinque son uscito sul balcone a farmi scaldare dal sole. Fossi uscito alle tre sarei bruciato. Il sole picchiava come il batterista dei Metallica. Un sole importante per essere Aprile.
Esco fuori. Mi siedo. Distendo le gambe. Relax. A farmi compagnia, un libro e una borraccia. Indosso un cappellino bianco per riparare la mia testa di ginocchio. Gli uccelli cinguettano. In lontananza il suono di due bambini che giocano nel giardino. Sento pure una bestemmia, sarà un Genitore. Presumibilmente il padre, a giudicare il tono di voce. Intanto mi godo il caldo e la lettura. Leggere un libro è come fare un viaggio. E' come se quelle pagine le vivessi. Un'esperienza. Una pagina tira l'altra. Arriva l'ora di cena.
Controllo le statistiche sul covid-19. Non amo le notizie sul giornale, ma i dati, quelli sì. Alle 18,30, Borrelli, il capo della protezione civile, stila il rapporto di giornata. Vado sul sito Worldmeters. Il delta si sta appiattendo. I guariti crescono. Le altre nazioni non vanno benissimo. La Spagna, in questa triste classifica, ci ha appena superati. Lo Stato di New York ha la più alta media di infetti per milione di abitanti. Per la prima volta pubblicano il numero di tamponi per milioni di abitanti. Il dato tutto sommato è positivo, addirittura superiore a quello della Korea che di fatto è il best practice nella gestione dell'emergenza.Oggi è così, domani si vedrà.
Stacco dallo smartphone e preparo cena. Mangio comodamente in sala. Un compito però mi rimane da fare. Pulire i piatti e sistemare la cucina. Oggi, però, non mi secca. Lavare e pulire mi rilassa. Svuota la mente. Il fatto di portare l'ordine e la pulizia dove prima c'era disordine e sporco mi dà una bella sensazione. Ordinare l'ambiente in cui vivo mi dà un senso di pace. Alcuni insegnati yoga dicono che l'ordine fuori è l'ordine dentro. Sinceramente non lo so. Il mio metro di giudizio è "Mi fa stare bene? Allora funziona" un po' come un vecchio adagio inglese: "E' semplice e funziona? Allora va bene". Intanto ho finito le pulizie. Ho chiuso il cerchio. Finalmente posso tornare al mio dolce far niente. Un'arte che non ha bisogno di essere imparata.
Tornando a noi, un sabato targato L.F.. Che in fin dei conti è una pausa da me stesso. Questa settimana mi son fatto prendere da una serie di impegni e lavori da fare. Oggi ho ripromesso a me stesso che non avrei fatto nulla. Al pomeriggio, verso le quattro o le cinque son uscito sul balcone a farmi scaldare dal sole. Fossi uscito alle tre sarei bruciato. Il sole picchiava come il batterista dei Metallica. Un sole importante per essere Aprile.
Esco fuori. Mi siedo. Distendo le gambe. Relax. A farmi compagnia, un libro e una borraccia. Indosso un cappellino bianco per riparare la mia testa di ginocchio. Gli uccelli cinguettano. In lontananza il suono di due bambini che giocano nel giardino. Sento pure una bestemmia, sarà un Genitore. Presumibilmente il padre, a giudicare il tono di voce. Intanto mi godo il caldo e la lettura. Leggere un libro è come fare un viaggio. E' come se quelle pagine le vivessi. Un'esperienza. Una pagina tira l'altra. Arriva l'ora di cena.
Controllo le statistiche sul covid-19. Non amo le notizie sul giornale, ma i dati, quelli sì. Alle 18,30, Borrelli, il capo della protezione civile, stila il rapporto di giornata. Vado sul sito Worldmeters. Il delta si sta appiattendo. I guariti crescono. Le altre nazioni non vanno benissimo. La Spagna, in questa triste classifica, ci ha appena superati. Lo Stato di New York ha la più alta media di infetti per milione di abitanti. Per la prima volta pubblicano il numero di tamponi per milioni di abitanti. Il dato tutto sommato è positivo, addirittura superiore a quello della Korea che di fatto è il best practice nella gestione dell'emergenza.Oggi è così, domani si vedrà.
Stacco dallo smartphone e preparo cena. Mangio comodamente in sala. Un compito però mi rimane da fare. Pulire i piatti e sistemare la cucina. Oggi, però, non mi secca. Lavare e pulire mi rilassa. Svuota la mente. Il fatto di portare l'ordine e la pulizia dove prima c'era disordine e sporco mi dà una bella sensazione. Ordinare l'ambiente in cui vivo mi dà un senso di pace. Alcuni insegnati yoga dicono che l'ordine fuori è l'ordine dentro. Sinceramente non lo so. Il mio metro di giudizio è "Mi fa stare bene? Allora funziona" un po' come un vecchio adagio inglese: "E' semplice e funziona? Allora va bene". Intanto ho finito le pulizie. Ho chiuso il cerchio. Finalmente posso tornare al mio dolce far niente. Un'arte che non ha bisogno di essere imparata.
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